Rocambole Garufi, “La lingua di Omero spiegata a mio figlio” – Lezioni di greco classico

Beh, diciamoci la verità! Ormai, le persone che usano il cervello fanno come i topi: si nutrono dei libri che i cretini considerano roba inutile e buttano via. L’ottima grammatica dello Zenoni ne è un perfetto esempio. Per questo, nelle mie lezioni mi appoggerò ad essa.

Rispetto ai fenici i greci aggiungono le vocali, per cui i nomi non si limitano più a indicare cose o fatti, ma arricchiscono la comunicazione indicando la relazione delle cose fra di loro (i complementi). Nasce così la fondamentale differenza tra la plebaglia degli scimmioni e l’aristocrazia intellettuale. Frase preferita dei primi: “E questo che c’entra?”, “Sei uno stanca-pensieri.”

Come potrete notare, almeno su gereri gli antichi idee chiare, pur praticando tutte le varianti di sempre.

Nella prima declinazione le caratteristiche dei casi son la s per indicare il possesso (come si vede l’uomo nasce egoista e capitalista e la n per indicare lk’accusativo, cioè per distinguere chi fa un’azione da chi la subisce.

Nella seconda declinazione il genitivo diventa in ou (leggi u)

Pubblicato da salvogarufi

Nato a Militello in Val di Catania il 19/11/1951. Attualmente in pensione, ha insegnato nelle scuole statali stenografia, materie letterarie, storia dell'arte, storia e filosofia. E' autore di narrativa, teatro e saggistica. Ha collaborato con la Terza Pagina del "Secolo d'Italia". E' stato assessore alla cultura a Militello (CT) e consulente per la cultura nella Provincia di Catania.